07/08/10

Il canto funebre delle poesie perdute

Stridente si innalza il mio lamento eterno attraverso i cunicoli dell'Ade. Piango e piangerò per sempre quei versi ispirati dal Sublime che sono andati distrutti, sprofondati nell'Oblio per un istante di distrazione, per un imprevisto, per la disfunzione di una stolta macchina. Parole che nessuno, nemmeno Plutone, potrà più recuperare. Il cimitero virtuale in cui sono sepolte è un oceano di rumore assordante. Da questo filtraggio quantistico nulla potrà più riemergere. Nulla. Piango e maledico. Lancio strali contro la funesta coincidenza, contro l'opera del Disgregatore di Memorie. Nulla potrà vincere questa formattazione che ha fagocitato l'urlo di dolore del mio universo solipsistico e monadico. Ma una cosa è certa: i tecnici lobotomizzati che sono responsabili di tutto ciò diverranno cibo per l'Abisso di Bruchi di Asuralok.

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