Silenzio
Dove sono I brusii
Il mormorio e le soffuse urla
Il latrato il pianto
La preghiera l'invocazione
Lo scroscio
Il gracchiare
La rivolta nel mio sangue
La rabbia?
Deserto regno
Vedo rovine e macerie
Riconosco le tracce
E sprofondo in una desiderata dimora
Consueta devastazione
Vita
Sono il re pescatore
L'hidalgo il folle predicatore
L'eresiarca
Il santo arso
Il cenobita
La Parola.
Siedo su un masso
E aspetto
Nessuna verità
Nessun cadavere
Ogni cosa è già morta
Putrida alla deriva
Di niente
Polvere e vento
Sipario nero
Chiamate l'attore
La recita è finita
Che se ne vada
Se ne vada!
Se solo sapessi ancora una volta
Morire
Dormire
Senza sognare ad Elsinor
L'eco urla nel salone
Un rivolo di sangue si fa incontro
Al nuovo re che arriva
E nel fiume non vi è più nemmeno Ofelia.
Un teschio rotola sul selciato
E una risata si fa beffe di un uomo
Spettro sugli spalti.
22/02/11
17/02/11
Se muore,
se ne potrà cambiare il contenuto in ogni momento, approfittando dell'oblio e dell'indifferenza. Mentre se si trasforma, a un tempo cambiando e rimanendo fedele a se stesso, sfuggirà sempre alle dita impolverate della filologia revisionista.
15/02/11
Stasera...
Segnalo questo sublime post dell'amico Piro. Il titolo del pezzo è "Stasera..." e parla della seconda vita di Mike Bongiorno, della coprofagia di Gianni Morandi e di altri demoni che infestano le nostre case attraverso il tubo catodico. Leggete e meditate.
7
09/02/11
Immettere informazione per evitare il trapasso
Pre-morte. Questa è in fin dei conti la condizione del Connettivismo in questi difficili giorni, che lo si voglia ammettere o meno. Il corredo genetico della Sorgente Aperta è un insieme di proteine memetiche autoreplicanti, nate dall'aggregazione senziente di materiale residuale e molteplice accumulatosi in anni di ricombinazione di precedenti paradigmi dissolti. Una volta formatosi il Nuovo Paradigma, questo poteva crescere soltanto nel buio più assoluto, come una bella di notte che lontana dal mortifero veleno solare ha la sua sola possibilità di espansione. E così è stato per diversi anni, sommamente fecondi e produttivi. Poi sono giunte nuove ambigue istruzioni, all'inizio confuse tra i tanti flussi cognitivi e infine iniettate nel genoma concettuale del Movimento da retrovirus assolutamente estranei alla sua natura. Forse proprio la definizione di Sorgente Aperta ha appiattito le nostre difese immunitarie, impedendo il riconoscimento dell'alienità di questi comandi deleteri. Perché tutte le istruzioni maliziose usano mascherarsi. Un punto debole esiziale ha funto da porta d'ingresso, portando ad una situazione hiv-simile. Una volta avvenuta la fatale iniezione e disattivati gli anticorpi, niente è più stato lo stesso. Così penso che per contrastare questa tendenza luttuosa, pur senza troppe speranze di successo, sia necessario innestare vaccini costituiti da potenti flussi informativi. Riportare le cose all'Origine. E soprattutto è neccessario rifuggire i riflettori, cancri fotonici capaci di inibire ogni creatività e di far avvizzire ogni perfezione, esponendola alla desolazione del mondo e alle sue perfide logiche di mercato.
08/02/11
Escludere una presenza da uno spazio vuoto
Escludere una presenza da uno spazio vuoto
Silenziosa contemplazione di una realtà che si distorce
Piaghe ferite da cui suppura un colloso niente
Colori e forme che s'accartocciano e il piano svanisce senza l'eco di note
Stelle bianche sbiadite su un telo e un vago disegno s'intreccia nel cielo
Notte, ascoltare un insetto che graffia un suono metallico e un neon cinguetta incantato,
Ho pregato divinità ancora una volta estinte e intorno odore di cera e incenso e il legno di una piccola chiesa medievale
Rintocchi lungo la valle e un'ombra corre a fianco di un rivo
Nessun rumore ovunque.
Ogni cosa trae un nuovo significato e l'alba stenta ad arrivare
Finti orizzonti che si inseguono in un nero rancoroso
Invocazioni e urla
Lacrime e saliva e deserto regno
Parola deserta il regno
Un re e un pescatore e niente altro
Silenziosa contemplazione di una realtà che si distorce
Piaghe ferite da cui suppura un colloso niente
Colori e forme che s'accartocciano e il piano svanisce senza l'eco di note
Stelle bianche sbiadite su un telo e un vago disegno s'intreccia nel cielo
Notte, ascoltare un insetto che graffia un suono metallico e un neon cinguetta incantato,
Ho pregato divinità ancora una volta estinte e intorno odore di cera e incenso e il legno di una piccola chiesa medievale
Rintocchi lungo la valle e un'ombra corre a fianco di un rivo
Nessun rumore ovunque.
Ogni cosa trae un nuovo significato e l'alba stenta ad arrivare
Finti orizzonti che si inseguono in un nero rancoroso
Invocazioni e urla
Lacrime e saliva e deserto regno
Parola deserta il regno
Un re e un pescatore e niente altro
04/02/11
Turpe
Un sogno schifoso, imbarazzante, abominevole. Eppure sento l'impulso di raccontarlo ugualmente in questa sede. Mi trovavo in un vano sotterraneo posto sotto la linea gialla metropolitana di Milano. Sembrava un sepolcro, tutto fatto di marmo grigio e illuminato da fioche luci. Ero in quell'ambiente con la bionda A., e copulavo selvaggiamente con lei. Sembrava una cosa reale, tanto era densa, palpabile. Eravamo entrambi nudi, e io la penetravo con impeto, finendo con l'eiaculare più volte dentro di lei. Ogni volta che emettevo il seme, mi tornava subito una poderosa erezione e riprendevo. Ero del tutto privo di intelletto, come una bestia, non mi si formavano parole in testa e pensavo soltanto ad ancheggiare, la mia virilità turgida nel vaso della bionda A., mi stupivo di quanto fosse imponente il priapo tumefatto. Il più delle volte eravamo faccia a faccia, altre more ferarum. Ad un certo punto mi sono accorto che c'era qualcuno che ci osservava da una specie di finestrino di vetro annerito. Ho così intravisto Aldo, Giovanni e Giacomo. Sentivo che facevano commenti volgari, facendo notare che lo facevamo come animali, che lei non mi faceva neanche un pompino, e via discorrendo. Le parole scorrevano dentro di me, le ricordavo ma non le capivo: quando la favella mi è tornata ero fuori dal talamo sepolcrale e mi aggiravo nella nebbia. Avevo un grande senso di fastidio alle vie urinarie e ai genitali: tutta quell'attività copulatoria mi aveva provocato una grave congestione. Nella Milano nebbiosa, davanti a me c'era un edificio universitario, e nell'aula magna si teneva un convegno. Sono entrato e mi sono seduto in un posto in prima fila. Quando il convegno ha avuto inizio, mi sono accorto che c'era M. L. seduta sul banco dietro di me, vestita di rosso. Mi sorrideva in modo lubrico e mi strusciava un piede nudo contro un braccio. Allora le ho preso il piede, e ho constatato che era lurido, con le unghie sporche e lunghe, simili ad artigli. Sono corso via fuggendo in preda a un disgusto viscerale, con i conati di vomito, l'odore di sudiciume che mi saturava le narici. Tutto d'un tratto mi sono ricordato che dovevo trovarmi alla stazione del metro con Logos e 7di9. Dovevamo andare a una convention del Connettivismo ed ero in ritardo pauroso. Dopo aver passato un tempo che mi parve eterno tra i diverticoli sotterranei, rischiando di perdermi, sono arrivato ad una specie di bar anomalo: il banco dove servivano bevande e cibi non era delimitato da pareti, ma si trovava nell'ambiente della metropolitana e aveva forma semicircolare. Il banco era di un bianco abbacinante, come il pavimento e le pareti. Era un open space fatto di plastica. C'erano cucine con fornelli e lavandini ricavati da blocchi di acciaio. Lì c'era il carissimo Logos che mi attendeva. Non c'era 7di9. Ci siamo messi a parlare. Lui vestiva con una giacca nera e una sciarpa bianca. Solo a quel punto ho visto che al banco c'era Giovanni X, con un cappello da chef in testa. Mi ha salutato e abbiamo parlato un po'. Con grande lucidità gli ho chiesto come mai il sito Next-Station non fosse ancora aggiornato. Lui mi ha risposto in modo incomprensibile, fuori dal contesto, e ha spinto davanti a me una gran padella piena zeppa di molluschi cotti e spinaci. I molluschi erano di una specie non identificata, sembravano vagamente seppie ed emanavano un cattivo odore. Gli ho chiesto spiegazione, e lui ridendo mi ha messo nel piatto gli spinaci, tenendo per sé i molluschi. Anche se erano andati a male, io volevo ingozzarmene, spinto da un impulso insano. Ero furibondo perché nel piatto avevo gli spinaci, che erano bolliti male e rinsecchiti, senza il minimo condimento. Ho afferrato la padella, strappandola di mano a Giovanni X, e ho cominciato a ingurgitarne il contenuto, bevendo una gran quantità di vino asprigno e mosso. Logos mi guardava con un'espressione di rimprovero, temendo che potessi vomitare sul banco. A questo punto mi sono svegliato e per qualche istante ero in panico, convinto assurdamente che la mia vergognosa avventura onirica con A. potesse averla ingravidata.
Movimenti culturali autointegrati e a sorgente aperta: differenze
Cosa distingue un movimento culturale autointegrato da un movimento culturale a sorgente aperta?
Un movimento culturale autointegrato è fonte esclusiva di se stesso, è portatore, cioè, oltre che di una fonte culturale autonomamente rinnovabile, di una struttura e di una visione del futuro stabili. Un movimento culturale a sorgente aperta, invece, è fonte di se stesso solo relativa, poiché si basa su di una struttura iniziale (un manifesto, per esempio) che non racchiude una forma definita e definitiva del proprio futuro.
Di cosa necessita un movimento culturale autointegrato?
Di nulla, solo di visibilità.
Di cosa necessita, al contrario, un movimento culturale a sorgente aperta?
Di tutto, di continui e sempre nuovi stimoli culturali, autointegrati come a sorgente aperta, di strutture cangianti e di futuri multipli sia dinamici che statici, capaci, cioè, sia di forgiare propri codici-sorgente, sia di configurare a loro volta una sorgente aperta. Un movimento culturale a sorgente aperta può quindi alimentare una sorgente innestata solo se la sorgente innestata alimenta a sua volta il movimento culturale a sorgente aperta.
Ma allora, un movimento a sorgente aperta non è un vero movimento.
Errato. Un movimento culturale a sorgente aperta è un movimento culturale, ma un movimento che nasce guardando al futuro senza crearlo. Le chiavi per accedere al futuro di un movimento culturale a sorgente aperta sono le sorgenti innestate che, nel tempo, decidono di fornire al movimento culturale a sorgente aperta strutture, visioni del futuro e codici-sorgente sempre nuovi.
Quando un movimento culturale a sorgente aperta può considerarsi morto?
Un movimento culturale a sorgente aperta può considerarsi morto quando viene scambiato per un movimento culturale autointegrato e quando le sorgenti innestate non portano una visione del futuro a un tempo del movimento culturale a sorgente aperta e di se stesse ma una visione del futuro della sola sorgente innestata. Le sorgenti culturali innestate, quindi, sono il futuro di un movimento culturale a sorgente aperta, non viceversa. Una sorgente culturale innestata non può rintracciare univocamente il proprio futuro in un movimento culturale a sorgente aperta, poiché solo un movimento culturale autointegrato racchiude in sé una fonte, una struttura e un futuro autopoietici.
Un movimento culturale autointegrato è fonte esclusiva di se stesso, è portatore, cioè, oltre che di una fonte culturale autonomamente rinnovabile, di una struttura e di una visione del futuro stabili. Un movimento culturale a sorgente aperta, invece, è fonte di se stesso solo relativa, poiché si basa su di una struttura iniziale (un manifesto, per esempio) che non racchiude una forma definita e definitiva del proprio futuro.
Di cosa necessita un movimento culturale autointegrato?
Di nulla, solo di visibilità.
Di cosa necessita, al contrario, un movimento culturale a sorgente aperta?
Di tutto, di continui e sempre nuovi stimoli culturali, autointegrati come a sorgente aperta, di strutture cangianti e di futuri multipli sia dinamici che statici, capaci, cioè, sia di forgiare propri codici-sorgente, sia di configurare a loro volta una sorgente aperta. Un movimento culturale a sorgente aperta può quindi alimentare una sorgente innestata solo se la sorgente innestata alimenta a sua volta il movimento culturale a sorgente aperta.
Ma allora, un movimento a sorgente aperta non è un vero movimento.
Errato. Un movimento culturale a sorgente aperta è un movimento culturale, ma un movimento che nasce guardando al futuro senza crearlo. Le chiavi per accedere al futuro di un movimento culturale a sorgente aperta sono le sorgenti innestate che, nel tempo, decidono di fornire al movimento culturale a sorgente aperta strutture, visioni del futuro e codici-sorgente sempre nuovi.
Quando un movimento culturale a sorgente aperta può considerarsi morto?
Un movimento culturale a sorgente aperta può considerarsi morto quando viene scambiato per un movimento culturale autointegrato e quando le sorgenti innestate non portano una visione del futuro a un tempo del movimento culturale a sorgente aperta e di se stesse ma una visione del futuro della sola sorgente innestata. Le sorgenti culturali innestate, quindi, sono il futuro di un movimento culturale a sorgente aperta, non viceversa. Una sorgente culturale innestata non può rintracciare univocamente il proprio futuro in un movimento culturale a sorgente aperta, poiché solo un movimento culturale autointegrato racchiude in sé una fonte, una struttura e un futuro autopoietici.
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